Un Complotto contro i nostri bambini??

Due anni fa, quando vivevamo ancora ad Atene dissi all’insegnante di mio figlio all’epoca anni 7, che apprezzavo molto il fatto che il suo amichetto che viveva a 200 m dalla scuola ma sempre nello stesso blocco di case (cioe poteva andare a scuole senza attraversare una strada) ci andava da solo. Lei non era affatto d’accordo perche’ secondo  lei era pericoloso. Occorre dire che i genitori del bimbo lavoravano e poi dovevano pure accompagnare il fratellino all’asilo in quello stesso orario. Antonio, comunque, ci andava tranquillo e si sentiva molto responsabilizzato di questa scelta dei genitori. Lo feci notare a Dionisio, mio figlio, e gli spiegai che ora non era possibile per lui (perche noi vivevamo piu lontano e lui era ancora piccolo) ma che lui doveva stare attento per strada perche’ presto ci andrebbe anche lui da solo. Infatti, pensavo, io andavo a scuola a 9 anni da sola con mio fratello di 11 anni e un’altra amica e dovevamo pure attraversare uno stradone, piuttosto periocoloso. Con questi pensieri, e contro gli argomenti di mia madre che i tempi sono cambiati, ho letto con stupore questo articolo su UPPA (Un Pediatra per Amico):

Sì, ci deve essere proprio un complotto contro i nostri bambini: un intreccio di complicità che ha come fine ultimo quello di tenerli prigionieri e renderli infelici. E quello che è sorprendente è che nessuno se ne scandalizza e nessuno si ribella. Compaiono sui giornali le notizie, ma passano inosservate e tutti voltano la testa dall’altra parte.

Sentite questa: “La Stampa” di venerdì scorso (22 ottobre): “A nove anni non si può andare a scuola da soli – Trieste, il giudice: i genitori devono garantire l’incolumità del bimbo”.

La storia è questa: una famiglia decide di mandare a scuola il proprio bambino che frequenta la V elementare, da solo, a piedi, proprio come andavamo noi da piccoli, magari in compagnia degli amichetti. La scuola dista da casa solo 200 metri. Apriti cielo: immediatamente si mobilita il dirigente scolastico, intervengono i Carabinieri e infine si pronuncia la magistratura: “A scuola con la mamma! L’incolumità del bambino prevale sul principio di educazione all’autonomia”.

Ma di quale incolumità parliamo? Cosa mai minaccerà l’incolumità di un bambino di V elementare nei duecento metri che deve percorrere per andare da casa a scuola nella disciplinata e asburgica città di Trieste? Pericolosi pirati della strada? Rapitori appostati dietro gli angoli delle strade? Pedofili viscidi in attesa con l`immancabile sacchetto di caramelle a portata di mano?

Mah! Ci sembra quantomeno inverosimile.

E poi ci lamentiamo se questi bambini, quando sono cresciuti, diventano dei bamboccioni e non vanno più via di casa!

Questo articolo e’ stato ripreso da UPPS: Un Pediatra Per Amico (www.uppa.it) in versione cartacea.